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lunedì 22 marzo 2010



E' ONLINE “IL PARLAMENTO DEI BAMBINI”

il sito che permette ai giovanissimi di vivere da protagonisti le attività della Camera dei deputati


"Ricco di informazioni e illustrazioni, il sito – rivolto a bambini e ragazzi dagli 8 ai 14 anni – consente di esplorare Palazzo Montecitorio e il lavoro dei parlamentari stimolando la curiosità e la partecipazione in maniera divertente e interattiva. Esperienza unica in Europa per il suo approccio innovativo, il sito offre molteplici opportunità:
grazie al gioco Facciamo una legge!i ragazzi potranno realizzare il proprio avatar e vestire i panni di un deputato, seguendo da vicino l'iter di approvazione di una legge fino alla sua definitiva approvazione;

nella sezione Parlawiki - la piccola enciclopedia interattiva della Camera i ragazzi potranno contribuire ad arricchire, anche con nuovi termini, questo prezioso vocabolario della democrazia;
sarà possibile inoltre arricchire la sezione Gallery con foto o filmati della visita della classe a Palazzo Montecitorio;
infine, un grande concorso dedicato alle scuole: Parlawiki, costruisci il vocabolario della democrazia. Il concorso, rivolto alle classi V della scuola primaria e all'intero ciclo della scuola secondaria di primo grado, offre l'opportunità di approfondire e raccontare, divertendosi, una delle parole-chiave della democrazia contenute all'interno della sezione Parlawiki, realizzando elaborati di carattere multimediale (composti da un breve testo accompagnato da immagini o video). Il concorso è promosso dalla Camera dei deputati in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. "

Posto una mail che ho ricevuto da:
"La scuola che funziona
Pratiche di insegnanti che fanno funzionare la scuola italiana
Un messaggio a tutti i membri di La scuola che funziona"


Il tema del mese - conversazione con l'autore
Una nuova iniziativa de "La scuola che funziona"
Ogni mese, per una settimana al mese il network si dovrebbe concentrare su una specifica tematica.Cos'è "il tema del mese - conversazione con l'autore"?Il tema del mese è una conversazione con un autore/autrice che presenta una tematica che lui/lei tratta nelle proprie pratiche professionali.Come verrà affrontata questa tematica?Questa tematica:
viene presentata dall'autore attraverso:
un paper (sulle 20.000 battute, spazio inclusi) pubblicato di recente, in pubblicazione, scritto appositamente per questa iniziativa.
una sintesi (stesse dimensioni) di un proprio libro
viene presentata al network, attraverso il paper, almeno una settimana prima dell'inizio della discussione
viene discussa attraverso forum con la "presenza" continuativa dell'autore.Quali tematiche presentare?Ben si prestano a essere trattate nell'ambito di questa iniziativa tutte le tematiche "professionali" che attraversano la scuola oggi. Sarebbe, però, preferibile che venissero trattate tematiche di frontiera, tematiche che siano anche delle nostre proposte per una scuola per il futuro. Cosa fare per proporre una tematica?Per candidarsi a presentare un "tema del mese", segnalare il titolo ed una breve presentazione dello stesso in questa pagina del wiki del network.Per poter editare il wiki è necessario essere registrati al wiki stesso. Chi non è già registrato può seguire la semplice procedura descritta qui http://lascuolachefunziona.pbworks.com/Per-editare.Chi e come sceglie le tematiche da proporre al network?Il network si è dato una "redazione" (vedi forum nella categoria "gestione network"). Questo team si incontra (virtualmente) in chat, nell'aula virtuale, in forum e valuta le opzioni e le propone all'intero network. Ogni intervento sarà, poi, calendarizzato con l'autore o l'autrice.
Con quale cadenza verrà proposto il tema del mese?
Come già detto, e sperando in una adeguata proposta di temi, si pensa di proporre un tema al mese e di destinare allatrattazione della tematica una settimana, sempre la stessa settimana del mese.
Come ci regoliamo sul piano operativo?
Operativamente si propone di:
iniziare con il mese di aprile (o maggio se l'iniziativa dovesse decollare lentamente)
destinare alla discussione l'ultima settimana del mese
mettere a distribuzione del network il paper nella seconda settimana del mese
costruire un calendario almeno trimestrale
Aspettiamo vostre proposte e candidature. Segnalatele qui
Visita La scuola che funziona al: http://lascuolachefunziona.ning.com/?xg_source=msg_mes_network

Per controllare le e-mail che ricevi su La scuola che funziona, fai clic qui

lunedì 15 marzo 2010

e ...riflessioni!

Sono rientrata oggi da un fine settimana a Roma in occasione di ...EDITING MULTIMEDIALE!

Un'esperienza...un' occasione...un traguardo ... una partenza....

Ciò che passa non ritorna, ma ciò che si è conquistato non si perde...!






"...E sono arrivata qui…alla fine del percorso.
Ma cosa è stato?
Sicuramente un’esperienza vissuta,
una nuotata nella rete,
la conquista di uno stile di vita più consono ad un educatore di cittadini della società della conoscenza. Ho imparato il valore della condivisione…
Quante cose mi stanno passando nella mente mentre son qui a fare la conclusione di un resoconto!
Quanto mi ha fatto riflettere Andreas quando, in una lezione, ha detto che tutto ciò che ha è nella rete! Il suo computer è “vuoto”.
Qui ho trovato la morale di questa storia vissuta: siamo tutti autori potenziali nella rete, e, per quanto Internet sia una realtà virtuale infinita, non dobbiamo nasconderci, ma nemmeno “pestarci i piedi”: c’è spazio per tutti. Più siamo e più facciamo massa attiva, creativa, VIVA!
Grazie, ad Andreas, per avermi fatto trovare l’umano in una dimensione che per me era solo tecnica!
Grazie ai miei colleghi, che hanno concretizzato questi principi, mi hanno dato l’opportunità di crescere coltivando le loro connessioni…
Grazie a Romina, una TUTOR,
disponibilissima, rintracciabilissima, costantemente presente:
un altro NODO VIVO”. - ( Da "TRACCE" del percorso di "EDITING MULTIMEDIALE")

...e la storia CONTINUA!

giovedì 11 marzo 2010

...no comment

http://speculummaius.wordpress.com/2010/03/10/a-cosa-serve-il-blocco-dei-libri-di-testo-nella-primaria/

Metafore per "coltivare connessioni"







COLTIVARE LE CONNESSIONI…come si coltiva il proprio orto, con la stessa cura…
I FEED sono gli ortaggi, vanno scelti con cura in rapporto ai propri bisogni, e vanno poi seguiti, come una pianta nell’orto perché possa dare frutti. Una connessione va coltivata con il leggere, riflettere, commentare, rispondere, proporre.
E’ cosa assai dannosa considerare i feed solo dal punto di vista tecnico. Un feed <<…rappresenta una connessione con un essere umano>>, è “cosa viva”.
Cosa dobbiamo fare, allora, per stare on line? Dobbiamo apprendere, approfittando della facilità di stabilire connessioni on-line. Il nostro atteggiamento verso il mondo deve essere di continuo apprendimento e, il vero apprendimento, deriva dalla capacità di cogliere le connessioni.
La metafora della passeggiata nel bosco, un invito che non si può fare a meno di accogliere, lì dove è tanto diffusa l’ansia di sapere tutto o di non sapere tutto, per avventurarsi nel bosco della conoscenza. Quello che serve, invece, è saper “passeggiare” tra i tanti percorsi della conoscenza, per poter trovare e percorrere quello di cui si ha bisogno e non tutto quello che c’è.
La scuola continua a “misurare” la quantità, se prima con sufficiente e ottimo, oggi con i voti anche alla scuola primaria! Quindi, potrà decretare un 6 ad un alunno che, cittadino della "società della conoscenza", ha raccolto molto di quanto gli serviva e, magari, ha manifestato il bisogno di raggiungere altro ancora, ma sarà troppo “non capito” per chiedere aiuto e collaborazione e, allora, spezzerà le sue certezze e finirà nell’ansia del “non sapere”. Il maestro che “sa di non sapere” (Socrate) è quello che serve oggi, quello della qualità e non della quantità, quello che parla poco e ascolta molto, che con rispetto e umiltà è disposto ad ammettere di imparare ciò che non sa, saltando dalla finestra della sua aula e connettendosi con il mondo, che è anche il suo gruppo di studenti e i loro tanti mondi diversi.

mercoledì 10 marzo 2010

Dove sono i nostri alunni?


Quando sono in classe, seduti nei banchi, ubbidienti al richiamo di condizioni e regole di ascolto, di comportamento, di istruzione, separati spesso dal compagno con cui hanno tanto da dire, con cui hanno interessi comuni, con cui potrebbero “distrarsi”, dove sono i “nostri alunni”?

L’insegnante li vede, sono lì, presenti e in silenzio, all’ascolto della lezione…senza essere ascoltati.
In realtà con la loro mente sono altrove -…perennemente connessi con il
mondo esterno, con il proprio ambiente personale, il proprio “personal
environment”, che è cosa diversa dal “personal learning environment
- (da “Coltivare le connessioni”, Andreas Robert Formiconi). E’ una situazione ricorrente e diffusa che i nostri studenti siano connessi con il mondo e isolati a scuola! Proprio la scuola, che, invece,
-…in questa fase di turbolenta transizione verso la società della conoscenza, dovrebbe … educare i cittadini a considerare il proprio “personal environment” come un PLE-, cioè come un PERSONAL LEARNING ENVIRONMENT, l’ambiente in cui si vive un’esperienza di apprendimento, tecnicamente -…il PLE non è altro che un mazzetto di feed mantenuti in un aggregatore, vale a dire un apposito servizio web che chiunque può imparare ad usare in pochi minuti. I feed non sono altro che degli indirizzi internet che ogni sito web offre e che, una volta introdotti nel proprio aggregatore, consentono di appurare in qualsiasi momento in quali siti fra quelli messi nel mazzo ci sia qualcosa di nuovo.- (da “Coltivare le connessioni”, Andreas Robert Formiconi). Se a scuola la personalizzazione si può rintracciare nei voti, il PLE è un ambiente di apprendimento necessariamente personale, diverso dagli altri.

Se il "tempo di scuola vuole essere "tempo di apprendimento", è necessario che, quell’insegnante seduto ancora in cattedra, chiuso nell’aula, controllante e fiero del suo sapere, si connetta con il mondo della “società della conoscenza”, conoscenza non intesa come sapienza fine a se stessa, ma come patrimonio accessibile a tutti e che tutti possono produrre negoziando attraverso la discussione e la partecipazione.

martedì 9 marzo 2010

MA PERCHE’ GLI HACKER FANNO GLI HACKER?

Il prof. Andreas Formiconi ci fa riflettere anche su questo…


Ci vuole gratificazione per “fare le cose” ( A. O. HIRSCHMAN), e la gratificazione che offre la propensione a “fare le cose” per la comunità, per una causa comune, è quella dove non c’è distinzione tra “fase del lavoro” e “godimento del frutto”, perché il lavoro stesso produce gratificazione. Questa è la caratteristica del produrre software open source, perchè i frutti sono immediati e, quindi, gli Hacker fanno gli Hacker per la gratificazione intrinseca che c’è in questo tipo di attività. Ma Hacker non è solo il giovane che ha creatività da spendere e tempo da investire! Anche un professionista può essere Hacker, per la gratificazione di esserlo, per contribuire a fare qualcosa per la comunità. Con Internet la “massa” si esprime e Internet consente di investire i propri talenti e di renderli disponibili a tutti. Il dottor Antoine Rosset e il dottor Kevin Rosemberg sono due esempi di questa realtà. Entrambi premiati dalla APPLE per aver creato OSIRIX, un software open source per le immagini mediche. Nella rete, per essere accettati, si può essere chiunque sappia fare qualcosa, …ma “chi vuole fare bene fa tardi”, cioè, chi ha da investire al meglio non può badare al tempo impegnato, all’ora di servizio, ecc. Gli Hacker sono persone animate da curiosità, che hanno creatività da investire per soddisfarla, ma con un impegno di tempo e di lavoro per far crescere e non per sprecare opportunità e risorse: Il loro lavoro ha favorito la creazione del PC e del MODEM, l’affermazione planetaria di Internet, l’invenzione delle realtà virtuali” . …”( Pekka Himanen “L’etica Hacker”).

CRACKER AND HACKER...

Parlando di ETICA HACKER, è doveroso rilevare che “…gli hacker non sono solo i pirati che rubano dati e inventano virus infernali e rovinano i nostri computer…”( Pekka Himanen).

Per cui è doveroso anche sapere che:
Il termine cracker viene spesso confuso con quello di hacker, il cui significato è tuttavia notevolmente diverso. Alcune tecniche sono simili, ma hacker è colui che sfrutta le proprie capacità per esplorare, divertirsi, apprendere, senza creare reali danni. Al contrario, cracker è colui che sfrutta le proprie capacità (o in certi casi quelle degli altri) al fine di distruggere (i cracker fanno spesso utilizzo del DOS), ingannare e guadagnare” (http://it.wikipedia.org/wiki/Cracker).

lunedì 8 marzo 2010

domenica 7 marzo 2010

HACKER... nome proprio di persona...

Sì…perché, con il prof di Editing, Formiconi, questi attributi sono a

dir poco dovuti a chi, ho scoperto, ha dato dei contributi rilevanti e decisivi al WEB 2.0 e, comunque, a come si vive oggi la rete di INTERNET. "Gli Hacker sono una categoria che non è stata collocata dai “media” in modo corretto"…dice il prof. Formiconi e Monica chiede " Ma il termine Hacker ha sempre avuto una collocazione negativa o no?", e il tutto conferma la mia stessa opinione al riguardo ( un “luogo comune” insomma!).
Quando ho letto il titolo della tematica di studio da discutere, “Etica Hacker”, mi son detta : "Si parlerà di tutto ciò che non si deve fare in rete…dei “pirati” della rete…". Insomma: mai avrei immaginato di conoscere degli Hacker che avrei elogiato e sostenuto.

Prima Richard Stallman, hacker statunitense, uno dei principali esponenti del movimento del software libero. E’ un programmatore, ricercatore al MIT, da cui si dimise, che, negli anni ’70, anni dell’idealismo giovanile, scrisse il primo software libero, un software per tutti, a cui diede il nome di GNU (GNU IS NOT UNIX). Il progetto GNU risale al 1983 e si basa sulla gestione particolare dei DIRITTI D’AUTORE sul software, secondo, appunto, la definizione di SOFTWARE LIBERO, contrapposta a quella di SOFTWARE PROPRIETARIO. Fulcro del progetto è la GNU GPL, ossia GENERAL PUBLIC LICENSE, per consentire “l’uso e lo sviluppo collettivo e naturale del software”.

A completare l’opera innovativa di Stalmann fu Linus Torvalds , che ideò il KERNEL del software GNU, dando vita al sistema operativo LINUX, raccogliendo, appunto, i pezzi di Stalmann e aderendo alla GPL e, quindi, sostenendo il concetto di “software libero”, ossia "… chiunque può accedere al codice sorgente del sistema operativo, modificarlo a proprio piacimento, usare l'eseguibile per ogni scopo e copiare legalmente tale software, come previsto dalla licenza GPL" -http://it.wikipedia.org/wiki/Linus_Torvalds-.
Non siamo più negli anni dell’idealismo! Siamo negli anni ’80, anni in cui i giovani cercano il divertimento e Torvalds è uno studente di informatica, programmatore e hacker finalndese, ragazzo timido che si ritrova un computer regalato dal nonno. Egli si “diverte” a “smontare e costruire” facendo venir fuori una serie di istruzioni utilissime e determinanti. Il sistema operativo LINUX, nella sua prima versione, diventa il prodotto, però, di una vera e propria comunità, che fa crescere in modo esponenziale il numero di istruzioni iniziato da Torvalds, accogliente nei confronti di tutte le proposte e integrazioni. Una vera e propria “collaborazione non coordinata” di una comunità animata dalla passione del FARE, crea un prodotto fino ad allora esclusivamente industriale, riservato alle grandi aziende e oggetto di lavoro di “staff agguerriti” con costi enormi.

Hacker, un termine nato in un club di ricercatori desiderosi di divertirsi e di rilassarsi montando e smontando trenini, diventa NOME PROPRIO DI PERSONA, ossia termine che qualifica dei soggetti che, con impegno e genialità, hanno contribuito a far vivere la rete rendendola luogo per tutti e di tutti!